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CORRENTI SEDUTTIVE
Preparazione Mostra e Inaugurazione, 1° marzo 2014


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OPERE ESPOSTE



Wendelin Büchler

Peter Cusack

Alessandra Eramo

Georg Klein

Steffi Weismann


WENDELIN BÜCHLER: Parole d'Amore, Parole d'Onore, Parole di Dolore
Disegni, installazione sonora


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"Parole d'Amore"


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"Parole d'Onore"


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"Parole di Dolore"


Amore, Onore, Dolore sono le parole chiave delle tre composizioni, interpretabili come quintessenza della città di Taranto. Parole d'Amore consiste di field recordings di un matrimonio e di una processione nel centro storico di Taranto, suoni questi che sono interrotti da dichiarazioni d'amore dei tarantini verso la loro città. Le auto-dichiarazioni dei cittadini di Taranto sono disperate, sarcastiche, balbettanti. Parole d'Onore presenta ricorrenti frammenti di linguaggio tratti da trasmissioni televisive che affrontano il disastro ambientale di Taranto, che descrivono nella loro ripetibilità e interscambialità le problematiche di Taranto, che alla fine rimangono parole vuote e inefficaci, scoppiando come spari in un paesaggio sonoro irreale e quasi idilliaco di grilli nel centro della città. Parole di Dolore si basa su una poesia scritta nel 2005 da Alessandra Eramo, che parla del proprio dolore rispetto all'impatto fatale dell'industria siderurgica sulla città. Il testo oscuro è accompagnato da field recordings dell'area industriale e dei suoni della flotta della marina militare.
12 disegni di reportage di scene quotidiane, eseguiti durante la residenza a Taranto nell'autunno 2013, sono installati di fronte al tavolo coi tre giradischi. Nel loro apparente silenzio, i disegni stanno gridando contro lo svanire di una cultura autentica di una società: tale processo di dileguamento, avviatosi negli anni '60 a seguito di una forte industrializzazione dell'Italia meridionale, e presentato negli anni '90 come necessaria modernizzazione senza alternativa alcuna, è oramai visto dai più per quello che è, ovvero una grande tragedia. Gli stessi disegni stampati su cartoline propongono un commento sulla speranza dei tarantini proiettata verso il futuro e sulla difficoltà di stabilire un'alternativa culturale e turistica nella città.


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PETER CUSACK: Paesaggio Sonoro di Taranto
Installazione sonora, fotografie

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"ILVA giorno, ILVA notte"


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"Scoppiettii e schiocchi subaquei nel Mar Piccolo"


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"Che ora è ?"


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"Cane e cedimento"


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"Grilli, spari, riverberi"


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"Contrasti in Citta Vecchia"


L'installazione "Paesaggi sonori di Taranto" è costituita da una selezione di field recordings realizzati personalmente dall'artista durante la residenza nell'ottobre del 2013 e selezionate dopo un acribico lavoro di analisi. L'opera in esposizione a Taranto presenta i suoni registrati nella zona industriale come pure nel cuore della società tarantina. Cusack è interessato in cosa i suoni possano raccontarci di un paesaggio, di un luogo, di una località e cosa sta accadendo di speciale in quel luogo. Quanto differisce la prospettiva dell'ascolto da quella della visione o del linguaggio verbale? La selezione di field recordings sono presentati assieme alle fotografie dei luoghi scelti dall'artista per le sue ricognizioni. Oltre ad ascoltare i suoni e guardare le fotografie, i visitatori possono interagire compilando un questionario che chiede quale sia il loro suono preferito di Taranto.
Inoltre, è possibile ascoltare ed esplorare molte registrazioni dei suoni di Taranto su una mappa Google online, con un'immagine satellitare della città:

1) ILVA giorno, ILVA notte
ILVA, Taranto l'industria siderurgica più grande d'Europa. La registrazione è stata effettuata di notte quando i suoni dell'ILVA sono una costante nella zona. E`possibile ascoltare tali rumori a una distanza di a sei o sette chilometri, a

2) Scoppiettii e schiocchi subaquei nel Mar Piccolo
Suoni da un microfono subacqueo immerso nell'acqua sul molo di Taranto Vecchia. Si tratta dei suoni di creature marine, in particolare schiocchi di conchiglie che vivono la loro vita. A causa dei cantieri navali della Marina Militare Italiana e l'acciaieria ILVA il primo seno del Mar Piccolo è ormai inquinato, tanto che le cozze e altri frutti di mare sono stati dichiarati non idonee al consumo alimentare.

3) Che ora è?
Conversazione con un pescatore subacqueo. Le acque del Mar Piccolo sono molto basse e pescatori pescano a mano. Si tratta di un'abilità incredibile e uno spettacolo curioso da osservare.: gli uomini stanno in piedi o si trovano a immersi nell'acqua fino al busto rimango immobili in attesa di acchiappare il pesce che dalla superficie dell'acqua così trasparente è facilmente visibile mentre nuota.

4) Cane e cedimento
Tamburi è il quartiere di Taranto più vicino all'ILVA che soffre di più dell'inquinamento e di altri danni. La voragine nel terreno di questo mercato rionale si è creata a causa della cattiva manutenzione delle condotte sotterranee dell'Ilva - una delle quali si trova esattamente a qualche metro di profondità rispetto alla voragine - con le quali la fabbrica porta le acque del Mar Piccolo in fabbrica per raffreddare gli impianti. Il cane vive nell'appartamento opposto e abbaia a tutti, soprattutto agli stranieri . I vicini cercano di calmarlo, ma non ci riescono.

5) Grilli, spari, riverberi
Taranto, città nuova. In una notte mite dei ragazzini giocano sparando forti colpi di pistola, il cui riverbero si propaga attorno a gli edifici circostanti. I grilli che cantano non ne sono affatto turbati.

6) Contrasti in Città Vecchia
La Città Vecchia cambia drasticamente da strada in strada e da edificio in edificio. Alcune zone sono piene di vita, di grida, di bambini e di musica. Altre zone crollano a pezzi, sono abbandonate e collassano. Ma perfino qui i suoni così pieni di vita possono essere ancora ascoltati da una notevole distanza. Ci si augura che in futuro tali suoni pssano tornare ovunque.

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ALESSANDRA ERAMO: Se Dio Vuole
Installazione sonora, oggetti


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"Ofeleia"


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"Se Dio Vuole"


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"5:30 del mattino" e
"Drone dell'ILVA e gabbiani sul molo di Mar Piccolo"


L'installazione sonora "Se Dio Vuole" di Alessandra Eramo è dedicata al Mar Piccolo di Taranto, ai suoi abitanti e ai pescatori che ci lavorano, ed è incentrata sulla necessità dell'artista di riavvicinarsi a questo luogo di incomparabile bellezza, il punto centrale di Taranto che, a causa dei veleni scaricati dall'industria e dalla marina militare, è stato derubato della sua antichissima tradizione e destinazione, ovvero la coltura dei frutti di mare.
In quest'opera l'artista rivolge la sua attenzione ai suoni e agli oggetti trovati sul Mar Piccolo e alla musicalità del dialetto, affrontando così il proprio rapporto con la città natale. Eramo ha adottato, come elemento visivo, un materiale ruvido dalle risonanze arcaiche: A' Zoc', ovvero le corde di sparto che, da oltre 2000 anni, vengono utilizzate per l'allevamento dei mitili. Tale oggetto, di grande valore storico e culturale per l'intera regione jonica, viene qui trasformato in scultura sonora: In un groviglio di corde vi sono quattro altoparlanti neri da cui proviene una composizione vocale, basata sui suoni gutturali del dialetto tarantino e su parole in greco antico, la cui eredità linguistica è tuttora presente nel tarantino. Nonostante lo sforzo di molti filologi il suono della lingua greca antica rimane sconosciuto. Alessandra Eramo ha provato dunque "a dare voce" a delle parole di dolore e di speranza, quali:

biaia: violenze, atti violenti
taras, tarantos: taranto, di taranto
tarantinos: tarantino
ofeleia: aiuto, soccorso
ota, ous: orecchio, orecchie
kataftora, katafteiro: rovina, guasto, distruzione, eccidio, morte
kataugazo: illumino, risplendo
eleferamenos: rovino danneggio, devasto
elpis, elpidos: speranza, della speranza

Due altoparlanti ulteriori, posti agli angoli della stanza diffondono un canto melodico di Alessandra Eramo ispirato alle musiche della settimana santa tarantina, eseguite tradizionalmente dalla banda. A conclusione del canto melodico, ha inizio un field recording originale del molo del Mar Piccolo, in cui si ascolta il rumore assordante dell'industria che contrasta drammaticamente il canto dei gabbiani. Nella stanza comunicante, su un piedistallo, c'è una poesia scritta durante la residenza del ottobre 2013, dedicata all'isola di Taranto Vecchia. Sull'altro piedistallo ci sono degli oggetti trovati sul Mar Piccolo: piccoli e umili tesori quali una moneta da un euro, una conchiglia e un sacchetto-sorpresa ancora sigillato, acquistato per un euro alla festa di SS. Cosma e Damiano. Alla base del piedistallo sono ammucchiate e sparpagliate 300 strisce di carta coi disegni originali dell'artista, che ricreano un mare di segni: trascrizioni grafiche e gestuali dei fonemi tarantini, partiture del suono della lingua-madre dell'artista.



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GEORG KLEIN: Le Due Forze di Taranto
Fotografie, Installazione sonora


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"Le Due Forze di Taranto"


"Le Due Forze di Taranto" è un'opera in tre parti, che parla della tensione in città su due livelli. Taranto è schiacciata tra due forze: a nord-ovest dall'area industriale, a sud-est dalla marina militare. Entrambe inquinano da decenni l'aria, l'acqua e il terreno e riducono lo spazio vitale dei cittadini. Negli ultimi anni la popolazione si è ribellata a gran voce a questa situazione, creando il tragico dilemma tra la salute e il lavoro del datore più importante della città. L'installazione condensa la difficile costellazione politica attuale di Taranto a un sottopassagio pedonale nel centro della città: accanto al Ponte Girevole che collega la Città Vecchia con il Borgo Nuovo, il Mar Piccolo con il Mar Grande, sono installate due fotografie stampate su due lati. Da un lato sono rappresentate le "due forze" di Taranto (industria e marina militare) da due persone che però voltano le spalle alla città, dall'altro lato sono rappresentati due muri di cui Taranto è circondata: dietro questi muri si celano l'area industriale e l'area militare. Una "terza forza" di Taranto è situata nel sottopassaggio ed è rappresentata da una fotografia di un operario, membro di un comitato indipendente: a differenza delle "due forze" nella parte in superficie dell'installazione, il volto e il corpo dell'operaio è ben visibile ed è possibile anche ascoltarne la voce. Il collage di voce e suoni ha avuto origine da un'intervista dove egli racconta la sua storia personale come operaio dell'ILVA e come cittadino attivo in politica: si ascolta il suo travaglio interiore tra lavoro, salute e protezione dell'ambiente e nel contempo si ascoltano anche le registrazioni di suoni caratteristici della città. Di fronte alla fotografia dell'operaio, è installata una fotografia di una porta murata, immagine che sovente è possibile vedere nella Città Vecchia, dove le case sono state e continuano ad essere abbandonate per il pericolo di crollo. L'installazione dunque coi suoi tre personaggi e tre muri racchiude la tensione psicogeografica della città - uno scontro conflittuale in un luogo particolarmente trafficato del centro di Taranto, che mantiene viva la voce della protesta e del cambiamento.


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STEFFI WEISMANN: Sbuffa!

Installazione audiovisiva


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"Sbuffa!"


L'installazione audiovisiva "Sbuffa!" è stata creata appositamente per un'edicola in Piazza Garibaldi davanti al Museo Archeologico, un tempo utilizzata come punto informazioni per i turisti e i cittadini e oggi abbandonata. E´ possibile ascoltare e vedere l'opera già da una certa distanza: man mano che ci avvicina, si percepiscono soltanto dei colori, movimenti confusi o forme astratte, e ancora voci e suoni che appaiono in stretta relazione con la città. Ad un tratto da un altoparlante si ascolta il sollecito: "Sbuffa!" Un assistente quindi distribuisce delle cannucce colorate al visitatore per soffiarvi attraverso un tubo. L'aria viene trasportata all'interno della struttura che fa muovere un tovagliolo. Una fotocellula misura il movimento e attraverso un micro-controller vengono inoltrate le informazioni al computer per aumentare il numero di pixel: quindi appena il visitatore soffia o "sbuffa", il video appare finalmente chiaro e visibile. Coloro che hanno il respiro più lungo vedono di più. Questa è la regola del gioco che genera una situazione comunicativa. Il film che viene e che va è un ritratto audiovisivo di Taranto della durata di 15 minuti, realizzato dalla prospettiva di un'artista berlinese. Le riprese mostrano una città che barcolla in un'aria tra cambiamento e depressione. È una città che avrebbe attrazioni straordinarie ma che ha già perso molte occasioni. E su questo tema tutte le persone coinvolte nell'interazione hanno molto da dire.
In collaborazione con Marco Sgura, Federica Petruzzi, Amalia Franco, Carla Boccardi, Marco del Vecchio, Angelo Cannata


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